Carnia, i segreti della cucina di montagna
La Carnia è un territorio da scoprire. A piedi, in bici o sugli sci, ma soprattutto a tavola. Siamo nella parte nord ovest della Regione, una zona prevalentemente di montagna ai confini con l’Austria ed il Veneto.
I suoi Borghi tipici custodiscono tradizioni artigianali, legate in particolare alla lavorazione del legno. Senza dimenticare altri campi, come l’orologeria. Gli orologi a palette ed i tabelloni degli arrivi e delle partenze che troviamo in tutte le stazioni italiane sono prodotti a Pesariis, frazione di 200 abitanti del comune di Prato Carnico. Qui esiste una tradizione che risale al ‘700, ben documentata dal locale Museo dell’Orologio e dalla presenza della ditta Solari, una delle più importanti realtà del settore.
Questi luoghi svelano sorprendenti segreti culinari. Basti solo pensare a Sauris, con il suo prosciutto affumicato con legno di faggio o a Raveo, che ospita ogni anno la rassegna Sapori di Carnia, dove si possono assaggiare e acquistare la marmellata di olivello spinoso tipica di Raveo, la grappa al radicchio di montagna, salumi, sidro e degustare piatti come la polente e brume, una polenta morbida con panna scremata prodotta dal latte munto la sera prima. Nel corso della rassegna negli anni scorsi i turisti hanno potuto assaggiare anche la caratteristica “colazione della nonna”: polenta con panna (polenta e brume), croste di polenta e latte e frittelle di zucca.
Un capitolo a parte merita la degustazione dei formaggi di Malga e la scoperta della vasta tradizione dei caseifici locali. Dietro a questi prodotti c’è una storia di saperi, di alpeggi e di transumanza. Tra i formaggi di malga c’è anche un presidio Slow Food: il çuç di mont, prodotto unicamente in tre malghe friulane, due delle quali in Carnia, ad Ovaro: malga Gortani e malga Losa.
Tutti questi cibi sono avamposti nella difficile lotta contro l’omologazione del gusto. Per questo vale la pena dedicare del tempo per visitare la Carnia; bisogna immergersi nel contesto per cogliere il rapporto tra luoghi e sapori. Le Alpi carniche sono attraversate da sette valli, ciascuna con tradizioni diverse anche a livello gastronomico.
Cjarsons e Pistun, le ricette di Pasqua
In particolare nel periodo di Pasqua si possono gustare alcuni piatti che “sanno di antico”. Sono ricette di probabile origine medioevale quando in cucina non esisteva una rigida distinzione tra dolce e salato e frequentemente si presentava una commistione tra i due sapori. E’ il caso dei cjarsons, piatto tipico della Carnia, ormai diffuso in tutta la regione.
I cjarsons, sono diventati sinonimo di Pasqua. Tanto che resta traccia nei documenti medioevali dell’espressione Pasca di cjalçon per denominare la festività
Si tratta di un tipo di pasta fresca di grano tenero o di patate, che ricorda nella forma un po’ i ravioli e gli agnolotti. Ciò che li caratterizza è il ripieno (o pistùm) che contiene ingredienti sia dolci che salati: uva passa, cioccolato fondente, cannella spinaci, erbe aromatiche , marmellate e biscotti secchi.
Un altro dolce di Pasqua che mescola il dolce ed il salato è il pistun: polpettine dalla forma allungata, fatte con un impasto di pane raffermo, uova, zucchero, uniti a pinoli, uva passa ed erbe aromatiche e lasciate cuocere nella stessa acqua utilizzata per la cottura del prosciutto. Il pistun, oltre che a Pasqua, compariva sulla tavola in occasione dei matrimoni: veniva offerto agli ospiti a casa dello sposo prima di andare in Chiesa.
Un ottimo abbinamento con questi sapori è dato da due vini friuliani DOCG: il Ramandolo e il Picolìt, due bianchi prodotti sulle colline friulane. Vini fruttati molto versatili che si sposano bene sia con i dolci che con i formaggi di malga.
La montagna incontaminata
La Carnia offre un ambiente adatto a chi vuole vivere una vacanza a contatto con la natura, immersi nei boschi. A Passo Pramollo, sulle Alpi Carniche orientali si può assistere alla fioritura della wulfenia, una pianta rara che cresce solo in questa zona ed in poche località della Carinzia in Austria. E’ una specie protetta di colore blu violaceo che viene fatta risalire ad un’epoca preglaciale. Sempre a Passo Pramollo, si trovano importanti giacimenti fossili in particolare del paleozoico: siamo nel cuore del Geoparco transfrontaliero delle Alpi carniche che si estende sui versanti italiano e austriaco. Qui ci sono alcuni dei siti di fossili tra i più ricchi del mondo. Alla conca del passo del Cason di Lanza, si può camminare lungo i sentieri dei contrabbandieri, attraversando boschi di ontani e di abeti, paludi e pascoli. In Val Colvera si può invece incontrare il Gufo reale, un rapace notturno con un’apertura alare che può superare i due metri. Nei pressi di Forni di Sopra, partendo dal rifugio Giâf, si snoda l’Anello Bianchi. Si tratta di un percorso naturalistico dedicato alla memoria di Igino Coradazzi detto “Bianchi”, pioniere dell’alpinismo ed eroe della Grande Guerra. Il sentiero si snoda da 1400 a 1700 metri e può essere affrontato dagli escursionisti dalla primavera all’autunno camminando a seconda del passo dalle 3 alle 5 ore tra lariceti e fiori d’alta quota e i pascoli utilizzati per la transumanza.
Piste da sci e bike Park
Si può salire tutto l’anno in funivia fino a 1740 metri per raggiungere la cima del Monte Zoncolan, una delle scalate più belle del Giro d’Italia. Lo Zoncolan presenta 22 km di piste da sci per tutti i gusti, con una splendida vista sulle Alpi Carniche e sulle Dolomiti Friulane, che incorniciano l’orizzonte. D’estate i bikers prendono il posto degli sciatori. le mountain bike percorrono i numerosi sentieri in quota di varia difficoltà. Per i più esperti c’è la “Panoramica delle Vette” una strada asfaltata lunga 35 km, con gli ultimi 7 a quota 2000 metri con pendenze fra il 10 e il 14%. Una fatica notevole in uno scenario naturale davvero incantevole.
Foto in hp Fabrice Gallina, Mountain Bike sulle Alpi.
Gentile concessione PromoTurismo FVG
vedi anche I dolci del Carnevale in Friuli
Fotogallery: I dolci del Carnevale di Sappada (Carnia)