L’e-bike, mette le ali al cicloturismo
Alla scoperta delle bici a pedalata assistita che riscuotono successo tra i ciclisti di tutte le età e fanno scoprire itinerari adatti a chi ama il turismo lento. ma attenzione al rispetto delle regole e di chi va a piedi.
Fuoristagione intervista l’esperto Attilio Ginepro, guida MTB e organizzatore di tour, che gestisce con il fratello MTB PESARO TOUR, società che offre servizi di noleggio e organizzazione di itinerari guidati in MTB e E-bike nelle Marche e nel centro Italia. Ginepro ci fornisce consigli per vivere al meglio ed in sicurezza l’esperienza della Mountain Bike a pedalata assistita che permette anche a chi non è uno sportivo di immergersi in splendidi scenari naturali e godere di panorami mozzafiato. E consente a chi ha già un buon allenamento di provare percorsi più impegnativi del solito.
L’intervista
Stiamo assistendo all’esplosione del fenomeno e-Bike. A chi sono adatte?
“Le bici a pedalata assistita sono ideali per chi non ha molto tempo o molta voglia di allenarsi e desideri godersi la natura senza fare troppa fatica, anche se, volendo, si fatica pure. E poi consentono anche di affrontare percorsi più impegnativi, che non si riuscirebbero a fare con le proprie gambe. L’e-bike, modelli da città a parte, non è altro che una mountain bike a pedalata assistita, con un motore e una batteria.”
A che età si può cominciare ad andare in e-bike?
“Non c’è un’età minima: noi noleggiamo anche modelli per bambini, anche se, a mio avviso, sarebbe meglio che i più giovani pedalassero con una mountain bike muscolare (come si chiamano adesso le bici non elettriche n.d.r) per fare del moto. A quell’età non ci sono problemi e non serve la pedalata assistita. Però quando arrivano le famiglie e prendono l’e-bike per stare giustamente tutti insieme, le noleggiano anche per i figli.”
E fino a che età si può andare in e-bike?
“Non c’è neanche un’età massima, se c’è la voglia e il fisico lo permette. Lo dimostra il fatto che si vedono in giro ultraottantenni con bici da strada a pedalata assistita. Da una certa età in avanti, l’e-bike ti aiuta, permettendoti di stare ancora al passo con gli amici.”
Come scegliere la bici in base alle proprie esigenze?
“Nel settore delle e-bike, come nel campo delle muscolari, la scelta è molto ampia e complessa: dipende da cosa una vuole fare e cosa uno può fare. Anche considerando solo le mountain bike, ci sono modelli classici, da discesa ecc. Bisogna quindi farsi consigliare da un professionista o comunque da amici più esperti.”
Prima di scegliere una bici, quali valutazioni conviene fare fare?
“Occorre valutare bene cosa una persona vuole dalla bicicletta: quante uscite settimanali fa, quante ne vorrebbe fare e su quali percorsi. In base a queste considerazioni, si trova la bicicletta adatta. Se uno fa strade poco impegnative non serve certo un modello “Full” ammortizzato davanti e dietro che serve per le discese sconnesse ed i terreni difficili.”
Parliamo di prezzi…
“Partiamo da modelli base di buon livello da 2000-2500€, difficile trovare a meno un prodotto serio. Si arriva fino a 10-12 mila euro per i modelli top di gamma, come del resto avviene anche per certe biciclette muscolari.”
Qual è il segreto della pedalata assistita?
“Bisogna trovare il giusto connubio tra motore e cambio, poi o si impara strada facendo. Quando porto i gruppi vedo in poche ore un miglioramento dall’inizio alla fine del tour. Man mano prendono confidenza e superano i timori.”
E gli sbagli più frequenti?
“L’uso dei cambi: l’e-bike è una bicicletta con i cambi e vale lo stesso discorso delle comuni bici da città. Quando noleggio una bicicletta da città, trovo persone che mi dicono: “Ah, ma tanto io non cambio, uso quel rapporto lì e basta!”. Bisogna aver già usato i cambi per sfruttarne le potenzialità e non utilizzare rapporti sbagliati, che ti fanno fare molta fatica.”
Come bisogna regolarsi sui sentieri?
“Nel fuoristrada subentrano un po’ di problemi in più: si deve usare il cambio nel modo giusto e nel momento giusto. Infatti io consiglio sempre, almeno la prima volta, di fare un’uscita con un istruttore per apprendere le basi; le cose da conoscere sono poche e si imparano velocemente, ma ti evitano quell’impaccio iniziale e aiutano a superare i timori e la paura di non farcela. Un istruttore é anche in grado di valutare i rischi e le difficoltà dei percorsi: un po’come sugli sci, un principiante non può affrontare una pista nera.”
Molti si affidano ad amici più esperti…
“A differenza della guida, però, spesso un bravo biker non vede gli ostacoli e le difficoltà per il neofita. Il medesimo ostacolo può essere una stupidaggine per l’esperto e un grosso problema per il ciclista alle prime armi. Una delle caratteristiche della guida è proprio quella di sapersi immedesimare nella persona che accompagna e saper leggere il percorso, per non fargli fare cose al di sopra delle sue possibilità.”
Quali opportunità ci sono per il cicloturista più tranquillo e per il biker che cerca l’avventura? Facciamo un esempio sul territorio in cui Lei opera.
“Il territorio di Pesaro si presta molto bene ai vari tipi di turismo in bici, sia su strada che sui sentieri. Ci sono percorsi per tutti. Il giro più bello- e più classico- è il Parco del Colle San Bartolo. E’ uno spettacolo anche solo percorrere la strada panoramica tra Pesaro e Gabicce Monte. Il mare da una parte e la collina dall’altro offrono un impatto visivo molto forte. Il San Bartolo presenta molti sentieri, in parte percorribili anche in bicicletta, con vari livelli di difficoltà. Una parte di questi è accessibile anche ai principianti che possono assaporare il fuoristrada.”
Quali itinerari proponete?
“Noi proponiamo una serie di tour: oltre a quello sul Colle San Bartolo, che è un po’ il nostro “parco giochi”, c’è quello nell’entroterra di Pesaro e Fano con tutti i paesini nei dintorni che si possono toccare. Ma proponiamo tour anche nelle zone più interne, trasportando le bici con un furgone per itinerari che partono dalla Gola del Furlo, dalle Cesane, i monti vicino a Urbino, oppure andiamo alla scoperta dei sentieri dei monti Catria e Nerone o dei monti Sibillini.”
Progetti per il futuro?
“Stiamo progettando un itinerario che va da La Verna ad Assisi lungo il Cammino di San Francesco. Sto preparando il percorso, l’ho già provato in parte.”
Come si progetta un itinerario, che lavoro c’è dietro?
“C’è’ un lungo lavoro di ricerca e un dispendio di energie non da poco, ma è un lavoro che mi piace, anche se porta via molto tempo. Io sono avvantaggiato perché conosco abbastanza bene il territorio che ho percorso a piedi o in bicicletta. Poi però bisogna sempre provare gli itinerari, perché un conto è affrontarli a piedi e un altro farli in bici. Senza dimenticare che gli stessi sentieri cambiano: può esserci stata una frana lungo il percorso, oppure si trovano dei rami e non si passa. E magari, se la strada è ostruita, devi passare dall’altra parte della montagna, perdendo molto tempo.”
Non puoi improvvisare….
“No, un conto è se vai per conto tuo con degli amici, un altro se vai sui sentieri con dei clienti, in quel caso non puoi proprio improvvisare.”
Abbiamo pubblicato un video molto suggestivo di uno dei vostri tour, la Tre giorni del Nibbio, ce ne vuole parlare?
“La Tre giorni del Nibbio è l’itinerario che facciamo da quando abbiamo iniziato questa attività. Partiamo solitamente dalla Gola del Furlo, passando per, Pietralata, i monti Catria e Nerone con ritorno al Furlo. I panorami sono mozzafiato. Lungo il percorso si passa vicino a fiumi bellissimi e ci fermiamo a fare il bagno nelle cascate. Si pernotta il primo giorno in B&B nel borgo storico di Bacciardi nel comune di Piobbico e il secondo in rifugio sul Catria, a 1400 metri e il terzo giorno si fa il giro del Monte Acuto fino a quota 1700, con panorami mozzafiato. Il tour è modellabile in base al livello del gruppo, si fanno in media sui 70 km al giorno, poco meno di 200 km in totale. Oltre alle date in calendario organizziamo i tour su misura anche fuori data. “
Quali consigli si possono dare a chi pedala in gruppo?
“In strada, quando si parte, la prima cosa che dico è: “ricordatevi che, quando siamo in macchina, malediciamo i ciclisti che stanno in mezzo alla strada, quindi non facciamo i ciclisti!”. Purtroppo molti quando salgono in sella perdono ogni cognizione: si affiancano, parlano, non guardano dietro.”
E nel fuoristrada?
“Sui sentieri ci vuole rispetto: a volte si attraversano terreni privati e bisogna andarci, come si suol dire, in punta di piedi. E bisogna rispettare le persone che camminano perché la convivenza non è semplice, con il fenomeno dell’e-bike e l’aumento delle persone che amano camminare, i sentieri sono affollati. I ciclisti che vanno forte e spaventano le persone che camminano. Da qui nascono rimostranze che portano alla chiusura dei sentieri e ai divieti alle bici. E così, grazie a questi maleducati, rischiamo di pagare tutti”.
Matteo Ganino
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