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Ferrara, gioiello Unesco tutto da gustare

Ideale da girare in bicicletta, perfetta anche a piedi, Ferrara è una città da scoprire a passo lento, facendo soste senza paura di perdere tempo, assaporando i cibi della tradizione, accompagnati dai vini del territorio. Ed è anche una città che sta cercando di migliorare la sua accessibilità per le persone disabili.

Molte informazioni al riguardo sono disponibili all’indirizzo https://www.visitferrara.eu/it/turismo-accessibil. Ferrara, insieme a Venezia, è anche una delle città pilota per la Disability Card, la nuova carta europea che racchiude in un chip la documentazione relativa alla condizione di disabilità del possessore e ne consente l’identificazione, permettendo agli aventi diritto l’accesso gratis o a tariffe agevolate a servizi o luoghi da visitare. A Ferrara,  è possibile entrare gratis ai Musei e agli spazi espositivi del Castello Estense, del Museo Schifanoia e ad altre strutture.

Cstello di Ferrara dall'alto

Ferrara con vista a 360° dalla Torre dei Leoni, il torrione più antico del castello estense. Foto di Giancarlo Danielli

In giro per il centro storico

In una città ricca di attrazioni, c’è solo l’imbarazzo della scelta per organizzare la propria visita. Si può iniziare ad esempio con un giro senza una meta precisa per ammirare nel complesso il centro storico, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. La Ferrara rinascimentale è infatti il risultato di una pianificazione urbanistica che privilegia l’armonia dell’insieme e l’integrazione dei vari elementi architettonici anziché guardare solamente alla bellezza delle singole costruzioni. Il concetto di piano regolatore nasce proprio con la Signoria della famiglia D’Este. Gli Estensi non si limitarono a valorizzare l’area all’interno del perimetro delle mura medioevali, ma ampliarono la città collegando il centro con la campagna circostante fino al Delta del Po. E così, accanto alle nuove vie di collegamento costituite da strade e soprattutto da canali, sorsero tenute agricole, palazzi e giardini abitate dalle famiglie nobili. Vere e proprie residenze “da favola”, denominate non a caso “Delizie estensi”: dimore di pregio che ospitavano feste ed momenti ricreativi, con un occhio rivolto al divertimento ed un altro alla celebrazione della potenza della famiglia d’Este.


Il Castello e il Duomo

L’importanza di avere una visione d’insieme della città non deve però andare a discapito della visita di alcune attrazioni davvero straordinarie, a cominciare dal Castello Estense, un raro esempio di fortificazione con il fossato in cui è ancora presente l’acqua.

La fortezza fu costruita nel 1385 dal marchese Nicolò II d’Este quando la famiglia era minacciata da una rivolta popolare, per poi divenire una residenza con saloni affrescati e stanze decorate. Intanto Ferrara si affermava anche in campo culturale; Nel 1391 fu istituita l’università dove nel 1503 si laureò Copernico in diritto canonico. Anche Ludovico Ariosto, giunto a Ferrara nel 1484, all’età di 10 anni, fu avviato dalla famiglia agli studi giuridici nell’ateneo cittadino, che poi lasciò per l’attività letteraria.

A poca distanza dal Castello estense c’è Piazza delle Erbe (ribattezzata piazza Trento e Trieste), con il Duomo del XI secolo ed il palazzo comunale, iniziato nel 1245 le terminato nel 1481 . Da dicembre del 2018 la Cattedrale, dedicata a San Giorgio, è chiusa al pubblico perché sono in corso importanti lavori di restauro e consolidamento, che si sono resi necessari anche a seguito dei danni subiti dalla struttura a causa del terremoto del 2012.Durante i lavori sono emersi fregi e colonne di epoca medioevale. Si tratta di una testimonianza importante perché l’interno dell’edifico è stata rifatta in stile barocco con la cancellazione degli elementi preesistenti parte in stile romanico e soprattutto in stile gotico.

cattedrale ferrara

Il Duomo di Ferrara prima dei restauri. Foto di Anna Rita Leone

Il Duomo si contraddistingue per la facciata in marmo bianco ed il portico con al centro san Giorgio che uccide il Drago. La cattedrale è a tre navate, ma in origine erano probabilmente cinque. l’interno dell’edifico è stata rifatta in stile barocco. La presenza di logge in stile gotico e rinascimentale, di sculture e bassorilievi contribuisce a dare un senso di movimento alla struttura. In epoca rinascimentale al complesso architettonico fu aggiunto il campanile, attribuito a Leon Battista Alberti.

                                                                             Alla scoperta di Piazza delle Erbe

Piazza delle Erbe con vista del Campanile attribuito all'Alberti dalberti

Piazza Erbe: campanile attribuito all’Alberti e Duomo in restauro. Foto di Giancarlo Danielli

Il Duomo sorge all’interno della storica Piazza delle Erbe (oggi Piazza Trento e Trieste) che ospita il Palazzo della Ragione, risalente al Trecento, ma ricostruito negli anni ’50 a seguito di un incendio che l’aveva completamente distrutto.
Piazza Erbe: campanile attribuito all’Alberti e Duomo in restauro.
Foto di Giancarlo Danielli

Il progetto è di Marcello Piacentini, uno dei più importanti architetti del periodo fascista e del dopoguerra. Nella piazza ci sono anche il già citato campanile attribuito all’Alberti, l’ex Chiesa di San Romano del X secolo e la suggestiva loggia dei Merciai, dove operavano fin dal Medioevo i mercanti di stoffe e dove si trovavano anche i banchi dei fruttivendoli e di chi commerciava vino e cibi vari. Nel suggestivo contesto di piazza delle Erbe ritroviamo anche il celebre Listone, il largo marciapiede ( 12 metri), lungo poco più di 100, calpestato da chi passeggia ma anche sede delle bancarelle. Da via San Romano parte la strada circondata da portici e negozi storici che anticamente collegava la piazza al Po.

Il Ghetto

Nelle immediate vicinanze di Piazza delle Erbe si trova via Mazzini (in precedenza via Sabbioni). E’ la via principale del Ghetto, istituito nel 1624 dal cardinale Cennini ed attivo fino all’Ottocento con la parziale eccezionale del periodo Napoleonico. La zona del Ghetto era delimitata da cinque cancelli, uno dei quali si trovava proprio alla fine della piazza all’ingresso di via Sabbioni. La presenza degli ebrei a Ferrara risale al medioevo e fu sempre abbastanza significativa dal punto di vista numerico. Anche durante il periodo delle leggi razziali, in quanto sembrava che vi fosse maggiore benevolenza nei confronti degli ebrei, tanto da attirare persone da altre zone. Ma come racconta Bassani nei suoi celebri romanzi, si trattava di una tragica illusione: le cose andarono poi molto diversamente. Da vedere nel Ghetto la sinagoga e la scuola dove insegnò Bassani.

L’Addizione Erculea

Tornando indietro, a nord del Castello, parte Corso Ercole I d’Este che porta all’Addizione Erculea, il quartiere fatto costruire dal Duca Ercole I D’Este per espandere la città oltre i confini del centro storico medioevale. Come abbiamo già ricordato, all’epoca erano sorti palazzi e ville nobiliari fuori dal vecchio confine cittadino e, grazie a questa operazione di raccordo che anticipa l’urbanistica moderna, furono inglobati nel tessuto cittadino.

Plastico del centro della città di Ferrara

Plastico della città di Ferrara: si vede il raccordo tra le varie zone della città.  Foto di Giancarlo Danielli

La regia dell’operazione fu affidata all’architetto Biagio Rossetti che ridisegnò il volto di Ferrara tra gli anni ’60 del Quattrocento al primo decennio del Cinquecento. All’incrocio tra le due principali vie del nuovo quartiere (Corso Rossetti/Corso Porta di Mare e Corso Ercole I d’Este) si trova il Palazzo dei Diamanti con le sue prospettive di luce e colori. Gli Estensi intorno al 1493 incaricarono sempre Rossetti di costruire quest’edificio, caratterizzato dal particolare rivestimento ornamentale costituito di pietre marmoree appuntite a forma di piramide che ricordano appunto i diamanti. Il palazzo ospita spesso importanti mostre, grazie all’ampio spazio al pianterreno, e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, con opere tra gli altri di Gentile Da Fabriano, Mantegna e del Guercino. Il Palazzo dei Diamanti si colloca nel cosiddetto Quadrivio degli Angeli: all’incrocio dei due assi dell’Addizione Erculea vi sono altri palazzi di grande pregio: il Palazzo Turchi di Bagno e il Palazzo Prosperi-Sacrati. Nei pressi c’è la piazza Ariostea.

Piazza Ariostea: il sogno del nuovo centro

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”

La figura di Ariosto è centrale nella vita culturale di Ferrara. Come nel caso della mostra del 2021 “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori” nel cortile del Castello. Foto di Giancarlo Danielli

In origine questo spazio avrebbe dovuto essere la piazza del mercato o un nuovo spazio di aggregazione per la città nuova, che scaturiva dall’Addizione Erculea. Opera dell’architetto Rossetti presenta una curiosa forma ribassata che la rende simile al tracciato di un ippodromo. Non a caso è’ stata utilizzata anche per le corse di cavalli. Rispetto alla funzione originaria di nuova piazza autonoma dal centro, la struttura non ha avuto invece successo perché sia il mercato che la vita cittadina hanno continuato a gravitare intorno all’antica Piazza delle Erbe. Oggi la piazza è dedicata a Ludovico Ariosto di cui è presente al centro una statua.

                            Palazzo Schifanoia,delizia estense

da visitare ad una ventina di minuti a piedi da palazzo dei Diamanti anche Palazzo Schifanoia, una delle Delizie Estensi, patrimonio dall’Unesco: si tratta anche in questo caso di una residenza principesca adibita dai Duchi a fini ricreativi e di svago per la Corte. Il nome del palazzo deriverebbe appunto dall’intento di “schivare la noia” e allietare gli ospiti. Fatto costruire da Alberto V d’Este nel 1385 fu successivamente ampliato a più riprese nel corso del Quattrocento. Di particolare rilievo il ciclo di affreschi del Salone dei Mesi.

Altri luoghi e monumenti da non perdere 

Sempre in centro, in corso Giovecca, è presente la Chiesa dei Teatini della prima metà del ‘600 che ospita al suo interno la pala Purificazione della Vergine del Guercino. Sempre in corso Giovecca si trova anche la Palazzina Marfisa d’Este, una bella dimora del Seicento, dotata di un ampio giardino che ospita spettacoli teatrali e musicali.

Giardino di palazzo Marfisa d'Este

Palazzina Marfisa d’Este: i giardini. Foto di Giancarlo Danielli

In via Ariosto 67 si trova la casa di Ludovico Ariosto (ingresso gratuito). Si tratta di un’abitazione semplice che ospita al primo piano un piccolo museo dedicato al poeta. Ariosto, come si legge nell’iscrizione sulla facciata, era orgoglioso di questa piccola e dignitosa abitazione, acquistata con i suoi risparmi.
Merita una visita Via delle Volte, strada lunga un paio di km con pavimentazione a ciottoli che attraversa la città medioevale. Qui un tempo vivevano e lavoravano i commercianti: il canale che portava al Po allora scorreva nelle vicinanze e da qui si poteva partire con i barconi per vendere i propri prodotti in altre città. Si può ancora passare tra volte e passaggi sospesi che collegavano magazzini, laboratori e botteghe artigiane.
E’ stata considerata a lungo una zona malfamata e anche lo scrittore Giorgio Bassani, che nelle sue opere ci ha lasciato ritratti straordinari di Ferrara, non ne parla in termini lusinghieri e la descrive buia e piena di buche.
Oggi è una zona vivace soprattutto di sera con locali frequentati da giovani, ristoranti tipici e luci soffuse dai caratteristici lampioni.

Torquato Tasso a Ferrara

Un esempio di come la vita a corte non fosse tutta rose e fiori per gli artisti protetti dagli Estensi, lo dimostra la travagliata vicenda dell’autore della Gerusalemme Liberata.

Il Castello di Ferrara

Torquato Tasso fu rinchiuso nel castello di Ferrara.  Foto di Anna Rita Leone

Tasso visse a Ferrara alla Corte del duca Alfonso II, qui il poeta completò la stesura e la revisione della Gerusalemme Liberata, preoccupato che l’opera possa essere considerata eretica. Convinto di essere spiato, esplose in forti scatti d’ira e venne  prima rinchiuso nelle prigioni del Castello, poi in un convento ed infine nell’Ospedale di Sant’Anna, dove resterà per sette anni. Uscito di prigione si trasferì prima a Mantova poi in altre corti d’Italia.

 

Piatti Tipici

Infine, non si può lasciare Ferrara senza aver provato qualche piatto della sua tradizione gastronomica. Ce n’è per tutti i gusti, a partire dalla salama da sugo, un insaccato stagionato dal sapore deciso, spesso abbinato al puré.  Tra gli ingredienti ci sono vari tagli di carne di maiale come il guanciale o il capocollo, uniti a vino, sale e spezie. Immancabili anche i cappellacci alla zucca, ottimi sia al ragù che nella versione burro e salvia, lavorati a mano, secondo la ricetta della tradizione. Si tratta di un tipico piatto autunnale in cui si sposa il sapore dolce della zucca con quello del parmigiano. Merita una menzione speciale il Pasticcio alla ferrarese, con maccheroni, besciamella e ragù bianco; da ricordare anche la Coppia, il tipico pane ferrarese IGP a forma di treccia farcito, con la coppa e tra i dolci la Torta Tenerina: una torta al cioccolato, morbida dentro e croccante in superficie. Per quanto riguarda i vini, spicca il vitigno Uva d’Oro, le cui origini sarebbero addirittura etrusche. I  vini principali sono Bosco Eliceo, Fortana, Sauvignon e Merlot; sono detti vini delle sabbie perché sono prodotti con uve sia rosse che bianche coltivate su terreni sabbiosi lungo la via Romea ed il Delta del Po.

Video di Giancarlo Danielli

Foto di Giancarlo Danielli e Anna Rita Leone

Testo di Matteo Ganino

 

 

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